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illuminazione casa
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LA LUCE…UNO SPAZIO A “MISURA D’UOMO”

Uno spazio comune per essere abitabile, a “misura d’uomo”  è grado di mettere in relazione le necessità dell’ individuo, che desidera muoversi singolarmente, con la possibilità di potersi riunire e muoversi in gruppo, per condividere il desiderio e il piacere di stare insieme, magari sbrigando anche faccende quotidiane, in luoghi piacevoli e “senza perdere tempo”.

Le trasformazioni  che hanno portato alle nuove necessità di vivibilità, connesse al concetto di “ottimizzazione” del tempo, sono state inserite nel contesto architetturale ed illuminotecnico, per creare al meglio la richiesta rendendola reale ed esaltandone le caratteristiche.

E’ sufficiente pensare alla nascita e all’evoluzione  dei centri commerciali: nati per offrire  più scelta con minor investimento di tempo, sono diventati dei luoghi di ritrovo, di attrazione, luoghi in cui potere fare quattro chiacchiere con gli amici e distrarre lo sguardo con oggetti che suscitano interesse.

Ambienti creati ad arte, dove l’illuminazione ha un ruolo importante, sia per i visitatori che per gli addetti che operano all’interno dei centri.

Se osserviamo il ruolo della luce come al servizio del visitatore, essa caratterizza il luogo, crea interesse, attrae il cliente attraverso i giochi di luce e di colore, rende i negozi più accattivanti , visibili  ed interessanti.
Se ben dosata la luce contribuisce al fattore vendite poichè evidenzia al meglio la merce senza sfalsarne visivamente la qualità o il colore, mettere sapientemente in risalto un prodotto rispetto ad un altro, oppure, semplicemente rilassa….

Ecco quindi che ci si ritrova con la famiglia o con gli amici seduti in un luogo di ritrovo del centro commerciale davanti a una tazza di caffè, davanti a un gelato, chiacchierando in armonia e sorridendo alla vita.

Se osserviamo la luce dal lato dell’operatore o dell’addetto al centro commerciale, la luce migliora le condizioni di visibilità, riducendo la stanchezza visiva, e di vivibilità dello spazio anche per l’addetto stesso, e se ben calcolata, influisce emozionalmente sulla resa operativa, la voglia di fare, di prendere iniziative, e di fare gruppo con i colleghi, instaurando un clima di serena armonia.

Riprodurre un’illuminazione più naturale possibile in uno spazio chiuso crea una sensazione di benessere, perché è in grado di riprodurre il ciclo di giorno-notte a cui il corpo è fisiologicamente e biologicamente legato.
La mancanza di questo bioritmo naturale crea scompensi sulla stanchezza fisica e sull’emotività dell’Individuo.

I lampadari moderni pensano a te, alla caratterizzazione del tuo spazio, al tuo desiderio di stare da solo o in compagnia.

La luce, dono della natura che ci accompagna dolcemente ogni giorno…
I lampadari moderni la ricreano  come tu la desideri per te…

Qualche curiosità sui Maestri Vetrai Muranesi

L’arte vetraria dei Maestri Vetrai Muranesi, che arriva fino a oggi nei nostri lampadari dalle linee moderne, era controllata nel periodo della Serenissima Repubblica di Venezia  ed era soggetta a norme e divieti, per evitare “la diffusione” del segreto dell’arte vetraria stessa.

Le regole, nel corso degli anni, sono:

nel 1271 i maestri vetrai non posso espatriare, in caso contrario sono soggetti a penali
fra il 1285 r il 1295 i maestri vetrai possono espatriare ma non possono né esportare la materia prima né diffondere il segreto dell’arte vetraria
nel 1291 tutte le fornaci per la produzione del vetro vengono spostate sull’Isola di Murano
nel 1403 subentra una nuova regola, in base alla quale le fornaci, per non sminuire la qualità del vetro, non possono avere più di 3 forni
nel 1424 viene ripristinato il divieto di espatriare per i maestri vetrai muranesi. La condanna per infrangere questa regola è di 6 mesi di prigione
nel 1469 chi non era nato a Murano e chi era arrivato da altrove, ma non risiedeva a Murano, non poteva apprendere l’arte vetraria.
nel 1510 un tipo di vetro con la lavorazione definita “canna forata” non puo’ essere venduto ai tedeschi
nel 1544 i maestri vetrai hanno ancora il divieto di emigrare. Se contravvengono a questa disposizione devono pagare una multa pari a 200 ducati con anche un periodo di detenzione in carcere.
Questo periodo è pari a 6 mesi per chi lascia l’isola e, trasferendosi, rimane nell’ambito della Serenissima Repubblica di Venezia, mentre diventa di 12 mesi per chi si trasferisce all’estero.
nel 1549 la condanna si inasprisce e oltre al pagamento della multa, la condanna in carcere viene  trasformata in un periodo di 4 anni da scontare alla “galea al remo”
nel 1587 le fornaci di Vivenca, Padova, Treviso vengono abbattute a causa dell’emissione di un decreto e contestualmente viene messo in atto il divieto di costruire fornaci per il vetro al di fuori dell’isola di Murano
nel 1597 si registra un’ulteriore inasprimento della condanna ai maestri vetrai che espatriano.
La condanna da 4 anni viene innalzata a 5 anni e la condanna “galea ai remi” viene trasformata in “galea ai remi con i fermi ai piedi”
nel 1630  a causa della pestilenza si registra mancanza di personale e, per la prima volta, vengono ammessi ad apprendere l’arte vetraria anche i cittadini non muranesi.
Nel 1710 si riscontra il divieto di importare qualsiasi tipo di vetro definito “straniero”
Anche oggi è possibile, passeggiando per l’isola di Murano, osservare antiche fornaci che continuano a lavorare il vetro, secondo l’antica tradizione, creando oggetti e lampadari moderni che impreziosiscono gli ambienti.


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