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aliquota Imu comuni
aliquota Imu comuni

Quasi tutti i comuni in Italia hanno aumentato l’aliquota Imu

Nel mese di ottobre è decaduto il limite stabilito dal governo per dare il tempo ai comuni in Italia di decidere il tasso dell’Imu da applicare sia sulla prima che sulla seconda abitazione e, sebbene i Caf abbiano reclamato una proroga per il versamento del saldo della tassa sulla casa per varie questioni di metodologia e di amministrazione, nel mese di dicembre si avrà l’obbligo di pagare il saldo conclusivo. Effettivamente ad oggi sono molti i comuni in Italia che ancora non hanno deciso il loro tasso, facendo in modo di confondere ancora di più, se possibile, i cittadini, ma tra quelli che lo hanno fatto, circa l’80% l’ha accresciuto perlomeno sulla seconda casa.

 

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio della Uil sulle prestazioni d’opera dei sistemi territoriali, si parla di quasi 4200 comuni in Italia che hanno già deciso ed inviato al ministero dell’Economia le disposizioni sull’Imu. Come si paventava, la gran parte dei comuni in Italia ha accresciuto il tasso base per la seconda casa per portare più entrate, quasi il 78%, invece sono molto pochi, dunque il 2%, quelli che hanno deciso di diminuirla: si tratta di dati previsti, visto che il costo di un tasso più basso di quello stabilito dal governo, è tutto a responsabilità della gestione del luogo, quindi di tutti i cittadini residenti. Quasi il 20% dei comuni in Italia ha preferito invece stare nel mezzo e cioè di non variare il tasso base. Per la prima abitazione è andata un po’ meglio visto che “solo” il 37% dei comuni in Italia ha stabilito di accrescere il tasso base, invece la maggior parte dei comuni in Italia, circa il 56%, ha deciso di mantenere il tasso stabilito dal governo.

 

Anche sulla prima casa sono pochi i comuni in Italia che l’hanno diminuito, quasi il 7%. Sempre stando ai dati dell’Osservatorio della Uil, in totale il valore intermedio per l’Imu sulla prima abitazione equivale al 4,36 per mille, pressappoco il 9% in più riguardo al tasso base stabilito dal governo, invece per la seconda abitazione il tasso medio applicato equivale al 9,1 per mille cioè una crescita media del 19,7% riguardo al tasso base. In sostanza i sindaci dei comuni in Italia hanno scelto di tassare di più le seconde abitazioni, ma in generale di rincari ce ne sono per tutti quanti. Tra i comuni in Italia dove si è fatto più dispendioso avere una dimora, indiscutibilmente Roma è al primo posto della graduatoria sia per le prime che per le seconde abitazioni, tallonata molto da vicino da Milano.


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